RHO-PERO (MILANO) - Una gran folla di visitatori-compratori, tantissimi con i trolley, le valige addirittura, tantissimi giovani, tutti a caccia di un rapporto antico, diverso, con l'acquisto. L'Artigiano in Fiera, la rassegna mondiale dell'artigianato che resterà aperta fino all'11 dicembre prossimo vuole essere - conferma il presidente di GeFi Antonio Intiglietta che l'organizza per il ventunesimo anno consecutivo - "l'alternativa a una logica capitalistica e consumistica in cui l'uomo è sempre un oggetto, sia che lavori, sia che consumi. Questa fiera è esattamente il contrario: l'uomo che lavora è un soggetto e quello che acquista una persona, c'è un incontro di umanità come succedeva nella tradizione dei vecchi mercati".
Nei padiglioni della Fiera di Milano in questi giorni si viaggia a centinaia di migliaia di persone, alla fine saranno milioni e si prevede un nuovo record assoluto. "Sì - sottolinea Intiglietta - il record lo stiamo già facendo. Noi siamo oggi alla vigilia del grande tour finale, abbiamo la presenza che normalmente si ha nei giorni di picco e questo mi fa pensare che nei prossimi giorni avremo una presenza impressionante. Ma siamo pronti: abbiamo dilatato la fiera e i servizi proprio per far si che questo picco possa trovare una accoglienza adeguata".
La presenza di tanti giovani fa capire che non si compra solo sulle piattaforme e-commerce. "Le nostre indagini di marketing confermano che si osserva tutto in rete ma poi si ritorna ad un rapporto di fisicità. La rete è uno strumento per la promozione ma poi si torna al rapporto dove contano i fattori umani coi quali si completa la conoscenza". .
Ma cosa è cambiato all'Artigiano in Fiera in ventuno anni? "Oggi c'è bisogno di cose meno istintive, più di qualità che raccontino da dove nascono e dove ci sia un grande rispetto per la trasformazione della materia prima, non soltanto sull' enogastronomia, ma anche sui vestiti e sull'abitare. Un ritorno alla natura che è un'esigenza che si sente forte anche nei complementi di arredo".
Made in Italy ovviamente tanto, ma pure un gran viaggio per il mondo. Qui, come succedeva ad Expo, si sente la gente che parla al telefono e dice: "Io sono in Vietnam, poi vado a mangiare in Germania". Tantissimi in visita al padiglione di Cuba dove si cercano gadget ricordo di Fidel Castro in una atmosfera di lutto 'cubano' di gioia, musica, danze. Con le lacrime agli occhi. "Cuba è qui con la sua immagine integrale, le spiagge la musica e la sua cultura molto ricca, una ricchezza che dobbiamo al 100% al nostro comandante Fidel Castro", spiega il consigliere per gli affari turistici dell'ambasciata di Cuba Aleida Castellanos Abdala.
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