TRENTO - L'influenza della finanza sul funzionamento dell'economia globale, e più in generale sulle nostre società, è causa dei forti squilibri che hanno portato all'attuale crisi economica. Anche se oggi esiste un sempre maggior consenso fra gli economisti su questa diagnosi, risulta ancora difficile intravedere quali debbano essere i passi concreti per rimettere la finanza al servizio della società. Lo sostenuto al Festival dell'economia di Trento l'economista e politologo Christoph Scherrer, che ha avanzato alcune proposte ma ha anche avvertito che "non esistono bacchette magiche o soluzioni valide ovunque". A suo giudizio, in ogni paese devono essere trovate risposte che si adattino alle specifiche strutture economiche e finanziarie.
Le strategie proposte da Scherrer si muovono su due fronti. Il primo riguarda il prosciugamento delle fonti dalle quali la finanza attinge risorse. Su questo fronte, in ogni contesto nazionale, devono essere valutati i modi per contrastare fenomeni quali: il shadow banking (banche senza garanzie che posso usare i propri fondi per speculare), la diffusione dell'uso di strumenti finanziari nella vita di tutti i giorni, l'indebitamento individuale per sopperire a bisogni fondamentali (educazione, salute, pensione). "A questo proposito il ruolo dello Stato nelle politiche sociali diventa cruciale". Il secondo fronte individuato da Scherrer riguarda l'immunizzazione della politica dal potere della finanza. A questo scopo, Scherrer individua tre linee di azione indispensabili: la "riconquista del grande pubblico", attraverso l'offerta da parte della politica di risposte pubbliche a bisogni quali la casa di proprietà, i capitali per iniziare un'attività; il contrasto della capacità delle lobby e delle grandi ricchezze di influenzare le decisioni politiche; la critica alle distorsioni create dalla globalizzazione economica.
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