ROMA - Avanza la creatività femminile nel made in Italy, dalla moda all'artigianato, come confermano i dati dell'Osservatorio per l'imprenditorialità di Unioncamere. E' il caso delle attività di confezione di articoli di abbigliamento, dove le aziende femminili sono il 43% del totale, così come le industrie tessili (30%) e quelle della lavorazione della pelle (25%). Molise, Basilicata e Abruzzo sono le regioni con il più alto tasso di donne manager, Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto il più basso.
Diversa, invece, la distribuzione delle 216.708 realtà dell'artigianato femminile registrate a fine 2016 che, pur rappresentando soltanto il 16% del tessuto imprenditoriale, spicca in alcuni ambiti. Nel manifatturiero, ad esempio, su un totale di 97 mila imprese femminili 57 mila sono artigiane. In pratica, il 58,6% delle donne che guida un'impresa manifatturiera ha scelto la forma dell'impresa artigiana, mentre tra gli uomini l'incidenza è del 53,2%.
Il binomio impresa femminile-artigianato si esprime con forza non solo nel settore tessile, precisa Unioncamere, ma anche nell'alimentare e nella fabbricazione di prodotti di carta. Quanto alla mappa geografica indicata nell'Osservatorio, le quote più elevate delle imprenditrici artigiane sono nelle Marche, in Emilia Romagna, in Lombardia e in Friuli Venezia Giulia, con una media di circa 21 attività ogni 100; seguono Veneto, Toscana e Piemonte con 20 su 100.
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