TRENTO - "Dopo tre anni di sperimentazione, anche a livello nazionale, si può notare come il processo di conciliazione tra famiglia e lavoro consente alle aziende di lavorare meglio grazie al fatto che i dipendenti lavorano più volentieri". Lo ha detto Mariangela Franch, docente di marketing presso il dipartimento di Economia dell'Università di Trento, introducendo i lavori del workshop organizzato presso la facoltà di via Inama a Trento nell'ambito del Festival della famiglia.
"Gli strumenti di conciliazione - ha aggiunto - sono inoltre correlati al tasso di occupazione femminile. Investire in conciliazione, quindi, conviene alle aziende, dal momento che i dipendenti lavorano meglio e sono più produttivi, dal momento che calano le richieste di ferie e malattia". Lo scopo dell'incontro era quello di confrontare le diverse esperienze di Trentino, Alto Adige e Veneto nel campo della conciliazione famiglia - lavoro. Al workshop, introdotto dal dirigente dell'Agenzia provinciale per la famiglia Luciano Malfer, hanno partecipato anche Monika Frenes, della Camera di commercio di Bolzano, e Lucia Claus, coordinatrice del settore Family audit per la Provincia di Trento. Le diverse esperienze di politiche sperimentate nell'ambito dei servizi per le famiglie, hanno dato evidenza delle grandi diversità che oggi esistono negli interventi e negli strumenti messi in campo a livello locale per sostenere l'attività di cura delle famiglie e la conciliazione tra vita e lavoro. Queste politiche non possono più essere indipendenti: la cronica scarsità delle risorse finanziarie impone ai territori di integrare gli interventi pubblici creando un ecosistema della conciliazione vita-lavoro che raccordi i servizi pubblici e privati con le aspettative delle imprese e delle famiglie.
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