Tel Aviv scalpita ed ha intenzione entro il 15 maggio di riaprire bar e ristoranti, vero e proprio motore sociale della città. Nonostante il governo preveda il riavvio di questo settore su tutto il territorio nazionale per metà giugno, il sindaco di Tel Aviv Ron Huldai ha bruciato i tempi presentando alle autorità nazionali un piano dettagliato per far sì che i cittadini tornino al più presto ai tavoli dei caffè e dei ristoranti in tutta sicurezza.
Il progetto - messo a punto dai tecnici della città che da tre giorni non registra un solo nuovo caso di coronavirus - è piuttosto articolato e si basa su menù usa e getta, bottiglie di gel sanificante su ogni tavolo, rigide regole di pulizia e di distanziamento tra i tavoli. Per invogliare i proprietari ad attenersi alle regole e ad accelerare i tempi, il Comune ha anche promesso loro - complice la lunga estate israeliana - che potranno allungare i tavolini sui marciapiedi vicini e anche nei contigui parchi e nei giardini in modo da recuperare lo spazio interno perso. La proposta punta a recuperare almeno il 70% della capacità di ogni esercizio purchè sia osservata una stretta igiene delle cucine e i camerieri indossino le ineliminabile mascherine protettive. Inoltre, i lavoranti dovranno cambiarsi di abito una volta arrivati sul posto oppure indossare camici. Chiunque sia coinvolto nella preparazione dovrà appunto indossare sempre guanti e mascherina, al tempo stesso sarà soggetto alla misurazione preventiva della temperatura e all'accertamento delle condizioni di salute. Non potrà esserci nè buffet nè self-service ma tutti i piatti dovranno essere portati direttamente ai tavoli in modo da evitare assembramenti.
Tutto purchè - si può dire - si torni presto a bere un caffè e a mangiare seduti in compagnia