ROMA - Con il 7,7% della popolazione mondiale, il 13,7% del Pil e il 14,4% degli investimento globali, la regione Euro mediterranea rappresenta opportunità di crescita e sviluppo. Ma "l'Europa non deve dare per scontato un rapporto privilegiato con il Mediterraneo, dove stanno emergendo anche altri attori globali" a partire dalla Cina. Con questo monito del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, si è conclusa l'Ey Strategic growth forum Mediterrean. Già oggi, del resto, sono gli Stati Uniti il primo paese di provenienza degli investimenti nell'area, con una quota superiore al 20% secondo il report Baromed 2017 che analizza la situazione al 2015.
Il Forum ha riunito a Roma per due giorni di dibattiti quasi 500 partecipanti da 27 paesi e 70 speaker tra uomini d'impresa, politici, studiosi, aziende e istituzioni finanziarie per discutere di come accelerare la crescita nella regione. "Abbiamo visto una forte domanda di incontro. Del resto gli Stati Uniti non vogliono più fare gli Stati Uniti, il Regno Unito si è tirato fuori dall'Ue e l'Europa è in crisi di fronte ai populismi, il mondo è alla ricerca di aggregazione e di opportunità di investimento", ha affermato l'amministratore delegato della società di revisione in Italia e managing partner per l'area euromediterranea, Donato Iacovone, indicando come priorità numero uno per la regione maggiore stabilità politica.
La global vice chair di Ey, Uschi Schreiber, ha sottolineato che saranno "settori chiave quali la tecnologia, l'innovazione e le infrastrutture ad alimentare la crescita in tutta l'area". Già oggi si concentra nelle infrastrutture il 22% degli investimenti, il 19% è nel real estate e nell'ospitalità e il 18% nella manifattura. In un caso su otto si tratta di investimenti ad alta intensità di tecnologia.
Un altro settore in fermento è quello energetico dove "le fonti rinnovabili, partite come la Cenerentola dell'energia, sono diventate le principesse. La capacità installata nel fotovoltaico sta crescendo vorticosamente e non credo che le politiche di Trump negli Stati Uniti fermeranno questo processo", ha osservato il Mediterrean energy leader di Ey, Davide Bergami. Un'altra spinta fondamentale, ha spiegato il Transportation advisory services leader di Ey, Donato Ferri, arriva dall'innovazione tecnologica che, per esempio, "sta migliorando la performance delle infrastrutture consentendo di far fronte all'aumento dei flussi di persone e merci". "Viviamo in un'epoca di innovazione accelerata in cui le tecnologie offrono un grande potenziale sia alle aziende che alle persone. Nell'area Mediterranea - ha sintetizzato il global managing partner d Ey, Carmine Di Sibio - il digitale può non solo generare crescita ma anche rispondere a bisogni sociali urgenti e guidare lo sviluppo economico".
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